Uno sguardo critico, numeri alla mano, sui risparmi in prospettiva dell’adozione di una cultura e di una prospettiva digitale trasversale a tutti i processi aziendali. Ci vuole coraggio, ma i risultati attesi sono enormi.
Quasi un anno fa partiva la fattura elettronica verso la Pubblica Amministrazione. Incertezza, disorientamento, e forse poca convinzione dell’aderenza del digitale alla nostra cara vecchia burocrazia fondata sulla carta si mischiavano a ottimi propositi, spirito d’innovazione, fiducia e speranza nel potere della digitalizzazione di cambiare le cose. Ora, guardando indietro, è facile notare come di strada se ne sia fatta. E’ facile intuire che, a fronte di un periodo di start up caratterizzato dalle prevedibili difficoltà, il sistema ora funziona. E’ altrettanto evidente che il rapporto fornitori-PA è migliorato, i tempi dei pagamenti si sono contratti e il sistema di controllo della spesa pubblica ne abbia giovato.
Tutto ciò e quel che verrà è stato reso possibile dall’adozione di tecnologie e processi digitali innovativi, ma ancor di più dal cambio culturale e di mentalità che ha caratterizzato la PA e ancor di più le imprese. Ne viene da dedurre che il meccanismo ed il cambio di prospettiva, se applicati al rapporto tra privati significherebbe inevitabilmente gli stessi vantaggi su una scala incredibilmente più ampia e figurerebbe l’aggiunta di un tassello fondamentale al percorso di digitalizzazione del mercato e al consolidamento della consapevolezza che cavalcare la trasformazione tecnologica sia inevitabile. Questo viene confermato da studi di settore che, numeri alla mano, evidenziano come nel trasformare i documenti cartacei in documenti digitali si ottengano benefici ben superiori al semplice risparmio di spazio e toner. Le previsioni vedono infatti materializzarsi risparmi economici, elevato controllo sui processi di pagamento e dimezzamento dei tempi di gestione come principali vantaggi tangibili per le imprese che sceglieranno di adottare il meccanismo della fattura B2B.
Vantaggi che, se quantificati in ipotetiche seppur realistiche percentuali si assesterebbero sul 66% per il settore dell’arredamento, sul 63% per il settore farmaceutico e sul 50% sul settore termoidraulica-climatizzazione in termini di vantaggio medio rispetto al classico invio. Questi i principali settori che conseguirebbero una maggiore efficienza, a cui potremmo senza timori aggiungere la logistica, la sicurezza, il farmaceutico e il food.Da una legge, quindi, lo spunto per rinnovarsi e implementare un’efficienza operativa sconosciuta che, spinta dall’innovazione digitale, si configura come prerequisito fondamentale per operare in mercati sempre più agguerriti. Non c’è dimensione o fatturato minimo per adottare una nuova mentalità, per cambiare le proprie modalità in meglio, per guardare al futuro.
Quel di cui le imprese hanno bisogno è, piuttosto, il coraggio di migliorarsi e adottare un modello di gestione che preveda la digitalizzazione di tutte quelle fasi e di quei processi che possono essere semplificati, resi sicuri, meno costosi ed impattanti. Modello che parte dal dematerializzare la troppa carta che ogni giorno attraversa i nostri uffici, passa per lo sfruttare tecnologie all’avanguardia nel processare le informazioni, come l’OCR, e arriva alla conservazione digitale a norma che rappresenta una vera e propria rivoluzione nella custodia dei documenti fiscali aziendali.
Ci vuole voglia di innovare ed essere più forti, nient’altro poi che le premesse per fare attività d’impresa.
Siamo pronti?
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