Allarme generale dopo l’approdo del comma 3 dell’articolo 29 del Disegno di Legge di Stabilità in Senato
Poche ore fa sul nostro blog usciva un articolo relativo agli imperativi di sviluppo digitale, riflettiamo ora sull’articolo 29 della Legge di Stabilità e sulle possibili implicazioni in materia di digitalizzazione e sviluppo.
Il testo dell’articolo 29 del Disegno di Legge di Stabilità appare in prima battuta contrapporsi a questa filosofia, disciplinando che PA e società gravitanti attorno ad esse si rivolgano esclusivamente alla centrale acquisti Consip – o ad altri soggetti aggregatori – per i propri approvvigionamenti, con lo scopo di ottimizzare e razionalizzare l’acquisto di beni e servizi informatici. Come si può inoltre leggere all’interno del comma 3 del suddetto articolo “La procedura (…) ha un obiettivo di risparmio di spesa annuale, a decorrere dall’anno 2016, del 50 percento alla spesa annuale complessiva relativa al triennio 2013-2015 nel settore informatico”.
Tra i primi ad allarmarsi Elio Catania, Presidente di Confindustria Digitale, il quale dichiara il proprio disallineamento rispetto alla misura prospettata dal Disegno di Legge di Stabilità e la retromarcia clamorosa fatta dal Governo rispetto alla Strategia di Crescita Digitale in programma per gli anni 2014-2020 e pubblicata in data 3 marzo 2015 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Altri i soggetti che sostengono che l’unica via di uscita per i dirigenti consisterà nel disporre una dichiarazione motivata nella quale si assumeranno la responsabilità di non acquistare un bene o servizio fornito da Consip, per inadeguatezza.
Terzi mettono invece in luce il fatto che la manovra non parla di tagli ma di risparmi: non si tratterebbe quindi della decurtazione di un budget a priori, quanto piuttosto dell’ottimizzazione di un processo che porterebbe, conseguentemente, ad un minor dispendio di denaro pubblico.
Uscendo dal dibattito politico e tornando al nucleo principale del nostro interesse, ossia l’innovazione digitale, proviamo a riflettere su quanto accaduto.
Posto che ciò che emerge dal testo del Disegno di Legge di Stabilità è senz’altro una necessità di risparmio e di ottimizzazione delle spese su tutti i fronti (dal digitale alla sanità), è nostra opinione che per risparmiare e guadagnare in efficienza sia anche necessario fare alcuni preliminari investimenti su mezzi primari. La tecnologia non rappresenta oggi un orpello per le PA e per coloro che gravitano all’interno della loro orbita, quanto piuttosto una reale necessità per tutto il settore pubblico.
All’interno di una società che si basa sempre meno, e sempre meno si baserà, sul lavoro manuale e sull’industria, è chiaro che sistemi digitali avanzati possano fare la differenza per un Paese sia in termini di competitività che in termini di occupazione. Un piano che prevede tagli in materia di acquisizioni software, hardware e in materia di connessioni e scambio dati è dunque giudicabile positivamente con grandi difficoltà.
D’altra parte, è necessario sottolineare che non basta fornire la strumentazione adeguata per poter digitalizzare un Paese, o la sua Pubblica amministrazione. Altro grande tema di dibattito questo, da mettere sul piano della bilancia per una valutazione complessiva della situazione. Importanti sì dunque i mezzi, e la possibilità di accedervi agevolmente, ma la vera sfida per il nostro sistema è rappresentata da una formazione che vada verso una maggiore digitalizzazione dell’intero sistema.
Per approfondimenti vai a: Corriere Comunicazioni