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Riforma della Pubblica Amministrazione: è la digitalizzazione l’aspetto primario?

 

La riforma della Pubblica Amministrazione

Pensando alla riforma della Pubblica Amministrazione ed ai fattori in gioco, la digitalizzazione sarà solo un valido strumento: serve molto di più.

Il DDL 1577 (Riforma PA) approvato in queste ore può rappresentare davvero una importante occasione per riformare la Pubblica Amministrazione italiana. Per la prima volta la Pubblica Amministrazione potrebbe adattarsi  finalmente al “punto di vista” e ai bisogni dei cittadini. Il condizionale è legato al fatto che siamo in presenza di una legge delega. Il contenuto dei decreti attuativi che articoleranno e renderanno effettive le riforme determineranno o meno il successo della riforma.

Decreti attuativi il cui contenuto e la cui qualità dovranno seguire questa linea guida:

 “disciplinare le modalità di erogazione dei servizi ai cittadini, in modo da assicurare la piena accessibilità on line alle informazioni personali e ai documenti in possesso delle amministrazioni pubbliche, ai pagamenti nei confronti delle amministrazioni, nonché all’erogazione dei servizi da parte delle amministrazioni stesse, con invio dei documenti al domicilio fisico ove la natura degli stessi non consenta l’invio in modalità telematiche”

I processi di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione hanno indubbiamente un ruolo essenziale nel processo di Riforma PA. Ma è chiaro che questi processi dovranno essere supportati in ogni fase da cambiamenti organizzativi e culturali, anche in virtù del fatto che il Codice dell’amministrazione digitale e i decreti legislativi già in vigore (a partire dal DPCM 13/11/2014) da soli non hanno risolto molto.

In ogni caso la digitalizzazione, se pensata come l’adozione di nuove architetture e nuove piattaforme, rappresenta  una parte minima del processo e  presa singolarmente non andrà molto lontano, se alle spalle non avrà una solida riconfigurazione dei processi organizzativi e decisionali. Il tutto supportato da un’adeguata formazione e convincimento dei dipendenti della Pubblica Amministrazione, nonché una sensibilizzazione a livello culturale dei cittadini circa le opportunità offerte dalla digitalizzazione. Inoltre la riforma avrà successo se la maggioranza dei dirigenti ne sarà partecipe: ci sarà chi sarà ostile così come chi si opporrà al cambiamento. Cambiamento che non è la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione presa in senso stretto: la digitalizzazione rappresenta il mezzo per cambiare i modelli organizzativi, generare risparmi ed efficienza, fornire migliori servizi ai cittadini, aprire e democratizzare la Pubblica Amministrazione.

Bisognerà, quindi, incentivare chi spinge al cambiamento e sanzionare i conservatori.

Dal punto di vista delle professionalità richieste per attuare il cambiamento servirà, in ogni Pubblica Amministrazione, un team multidisciplinare e non solo informatico/tecnico, che sappia guardare al cambiamento in corso con una visione ampia e con occhi diversi: i problemi non saranno infatti risolvibili pensando solo alla digitalizzazione. Pertanto ciò che va esaltato e portato avanti è il capitale organizzativo, le nuove procedure gestionali, le tecniche di produzione, le forme di organizzazione e i modelli di business. Per realizzare tutto ciò  la digitalizzazione sarà lo strumento perfetto, ma pur sempre solo uno strumento, serve molto di più.

Questo e molti altri punti interessanti sull’innovazione digitale italiana su Pionero.it e nella nostra sezione NEWS.

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